Questa volta parliamo di un esperimento. Fatto su di un altro esperimento.
Con ordine...
Immaginate di essere la più grande casa editrice americana di giochi per le famiglie. Avete un quadrillione di dollari nelle vostre casse, vendete titoli come Monopoly, Trivial Pursuit, Cluedo... ai quali nessuno non ha mai giocato o quanto meno non ne ha sentito parlare. Siete nelle case di mezzo mondo, avete una forza industriale spaventosa, una rete di distribuzione ineguagliabile. Così, giusto per passare il tempo libero, cosa potreste fare?
Magari chiedervi se vale la pena per voi produrre un wargame fantascientifico - leggero quanto volete, ma pur sempre un wargame! - con tanto di mappa esagonata, miniature, carte speciali e dadi. Per poi farlo comparire sugli scaffali dei supermercati, subito dopo il reparto ortofrutta. E sapete qual'è la cosa più divertente? Questo wargame si vende e pure bene!
Aiuta molto il fatto che questo Battleship: Galaxies funziona.
La cosa più importante da tenere a mente è che Battleship negli USA altro non è che la nostra cara, vecchia, battaglia navale. Sì quella con scambi del tipo "A4: Acqua! B5: Colpita e affondata la portaerei!". Battleship Galaxies è dunque la battaglia navale tra le stelle?
Eh no, direi proprio di no. Perché questo gioco, come dicevamo, è un vero wargame su esagoni, con manovre, armamenti speciali, comandanti e gestione dell'energia.
E allora? Come funziona? Con due meccaniche di base.
Primo, l'energia. In BG tutto vi costa energia. Utilizzare una carta, muovere una nave, effettuare un attacco con armi speciali, accendere le lucine dell'albero di Natale di bordo... qualsiasi cosa succhia elettricità da un ammontare che viene rinnovato ogni turno ma che dovrete gestire con molta attenzione. Ciò vi imporrà, ad esempio, di attendere prima di mettere in campo la vostra corazzata migliore, perché solo per attivarla se ne parte una buona fetta delle vostre riserve e magari è meglio evitare di lasciarla ferma a fare da bersaglio, dedicandovi invece a potenziare le altre navi più piccole prima di lanciarle nella mischia.
Secondo, battaglia navale. Eh, come!? Ma BG non era diverso da... OK, una cosa l'ha mantenuta: le coordinate. Quando si attacca, infatti, invece di effettuare il classico tiro per colpire dobbiamo utilizzare un dado numerato e un dado con le lettere. Il risultato è il classico "D7" o "G9" che va confrontato su di una griglia riportante la sagoma della vostra nave: se nel quadratino colpito c'è un pezzo della nave, si ricevono un tot di danni. Un sistema molto semplice e direi anche elegante di simulare il fatto che le mega-corazzate distruttrici dei mondi sono sì iperprotette da scudi e compagnia cantante, ma sono di sicuro molto più facili da colpire di un veloce caccia monoposto.
Completa il tutto una pletora di carte contenenti armi aggiuntive, comandanti ed eventi vari che danno un po' di "pepe" alle partite, aggiungendo un pizzico di Magic che non guasta.
Ma, insomma, è divertente o no? Eccerto che sì. Abbiamo giocato il primo scenario, quello base base base che più base non si può, e visto che è finito con un solo caccia in vita, la partita è stata equilibrata ed emozionante fino alla fine. Le due fazioni (i terrestri "buoni" e i soliti alieni "cattivi" che non hanno altro di meglio da fare che invaderci...) mostrano due atteggiamenti tattici radicalmente diversi già con i mazzi semplificati previsti dallo scenario: più coordinati tra loro e diversificati i terrestri, più dipendenti dal danno diretto e dagli eventi speciali gli alieni.
Ad ogni modo, BG è un gioco nel quale si deve pensare e pianificare. In quanto comandante dei Wretcheridians (gli alieni di cui sopra... ma io preferisco girare il background e pensarmi alla guida della coraggiosa lotta per l'indipendenza di un gruppo di colonie spaziali ribelli... *grin*) ho ad esempio scoperto che le mie potenti navi sono alquanto fragili una volta crollati i loro scudi; la soluzione è attendere qualche turno prima di lanciare all'assalto per dotarle di sistemi di rigenerazione degli scudi e di apposite armi aggiuntive che mi permettano di tenere a distanza gli agili umani. Menzione d'onore per i miei caccia, una vera rottura di scatole per il terrestre nella migliore tradizione dei caccia Zero giapponesi o dei TIE Fighter imperiali... attaccabili solo da esagoni adiacenti, impervi alle collisioni e specializzati nell'eliminazione di navi già danneggiate. Ah, e con l'impiego di una carta speciale si rigenerano pure!
Il gioco ha senz'altro sofferto per la semplicità dello scenario ma ciò è facilmente rimediabile scegliendone altri - ce ne sono diversi dalla ricognizione alla scorta - e seguendo le regole per la personalizzazione del mazzo delle carte e delle flotte. Per non parlare di quelle che saranno le inevitabili espansioni e unità aggiuntive che ci ritroveremo nei prossimi mesi...
Battleship Galaxies rientra insomma a pieno titolo in quella nicchia di wargame come Summoner Wars, apparentemente ipersemplificati ma in realtà dotati di notevoli sfumature tattiche grazie all'interazione tra le abilità speciali e i movimenti sulla mappa.
Niente male per un cugino del Monopoly!
Visto dal vivo sono rimasto impressionato dalla componentistica, sembra veramente molto bella. Il sistema dei danni mi ricorda quello utilizzato nel vecchissimo Epic sui titani, una cosa che però non ho capito:
RispondiEliminaTu dichiari di attaccare la nave e tiri sulla tabella per vedere se la colpisci o prima c'è un'altro tiro per colpire?
Cmq sembra un gioco interessante, da provare!
No, il tiro per colpire è unico.
RispondiEliminaLa sequenza è: dichiaro l'attacco - controllo distanza e linea di vista - tiro i due dadi per le coordinate - se le coordinate corrispondono ad un pezzo della sagoma della nave sulla sua carta segni il danno prescritto dall'arma - se il bersaglio ha gli scudi abbassati e colpisci un punto critico contrassegnato sulla griglia, la nave esplode a prescindere dai danni rimasti.
Rapido, coinvolgente, indubbiamente un po' semplicistico ma efficiente. Simula in maniera adeguata la vulnerabilità dei bersagli di maggiori dimensioni (le corazzatone occupano praticamente l'intera griglia) rispetto all'agilità dei caccia (che sono difficili da inquadrare, ma una volta colpiti saltano come canguri!).