domenica 15 marzo 2009

Il grande nemico del gioco da tavolo?

Accanto al mondo tradizionale del gioco "intelligente" con i suoi segnalini in cartone, le sue pedine di plastica, i suoi soldatini di metallo, si è sviluppato un mondo ludico parallelo, forse più movimentato e di sicuro in perenne evoluzione: il videogioco.
I rapporti tra gioco "reale" e gioco "virtuale" sono sempre stati complessi. Se all'inizio, in quei primi anni Ottanta in cui nacque la vera informatica di consumo, quella dei videogiochi parve essere una moda passeggera (tanto che nel 1983 si assistette ad una vera e propria crisi del settore, dovuta alla iper-saturazione del mercato con prodotti scadenti e scarsamente originali), ben presto ci si rese conto che il gioco per computer si era trasformato in una realtà stabile, destinata a perdurare nel tempo.
Poco importa quale piattaforma esso utilizzi (PC, console di casa, console portatile...), il videogioco è un oggetto ludico molto variegato, con generi e sottogeneri, e che ha subito notevoli modificazioni dai suoi primi passi.
Per quel che ci riguarda, mettendo cioè da parte tutti i miglioramenti nella grafica e nelle interfacce dovuti all'avanzamento tecnologico, il vero salto di qualità del videogioco è stato il passaggio al multigiocatore. Se all'inizio, eccettuati alcuni notevoli titoli, l'unica sfida collettiva che il videogioco poteva offrire era un confronto "indiretto" tra i diversi punteggi ottenuti, la diffusione delle tecnologie telematiche e in massima parte di Internet ha progressivamente fatto divenire il videogioco un'occasione di svago contemporaneo per più persone, tra l'altro nemmeno legate da vincoli di distanza (quante notti ho passato con il mio adorato Call of Duty a sparacchiare contro americani, inglesi, tedeschi, spagnoli, neozelandesi, giapponesi e chissà che altro...).
Però... però allo stato attuale il videogioco continua ad avere la grande limitazione di rimanere comunque un supporto ludico individuale nel quale manca un vero e proprio scambio interpersonale. Anche se posso comunicare molto rapidamente con gli altri giocatori tramite chat vocali o video, non ho l'opportunità di rapportarmi di persona con chi gioca con me. Non c'è la gioia di trovarsi insieme a casa di qualcuno, di andare a prendere una pizza dopo la partita, di preparare e toccare i materiali di gioco. Non a caso le esperienze videoludiche più divertenti sono i LAN party - incontri dal vivo in cui ogni giocatore si porta appresso il suo computer - o quei giochi che permettono di gareggiare "contemporaneamente" sullo stesso schermo (il successo della console Wii di Nintendo è emblematico).
L'esperienza videoludica rimane dunque molto attraente, senz'altro coinvolgente, ma ancora solitaria. La barriera rappresentata dallo schermo del computer o del televisore non è stata ancora infranta e i rapporti che si vengono a creare rimangono comunque un po' "artificiali" (ecco per esempio perchè le "gilde" dei giochi di ruolo online hanno comunque bisogno di vedersi di persona al di fuori dell'ambiente di gioco, per mantenere i contatti). Rimane l'indubbio vantaggio di avere un mezzo di divertimento già pronto all'uso (ma provare a modificare le regole di un gioco non è forse una delle cose più belle della nostra passione?) e in alcuni casi - come vedremo - il computer può rappresentare un valido ausilio anche per i giochi tradizionali faccia a faccia.

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