mercoledì 5 ottobre 2011

Nello spazio, nessuno sentirà il tuo rebel yell...

Nuova serata di gioco, con una partita all'ormai canonico Battle Cry e un'altra prova all'ultimo arrivato Battleship Galaxies. In entrambi i casi, ho dovuto fronteggiare l'abilissimo Yrkoon, che come sempre mi ha dato del bel filo da torcere.
Cominciamo con i nostri amati pupazzetti grigi e blu, in una partita che ci eravamo ripromessi di fare ormai da mesi. Complice la Serata Club della Reindeer Corporation, ci siamo entrambi ritrovati a spiegare il gioco a due volenterosi il cui entusiasmo ha più che sopperito la loro limitata esperienza nel campo dei wargames. Per fortuna, le regole di Battle Cry sembrano essere fatte apposta per permettere ai giocatori di concentrarsi sull'andamento dello scontro piuttosto che sulle minuzie delle regole stesse e tutto è andato più liscio della campagna del generale Jackson nella Valle dello Shenandoah (e i Nordisti stanno ancora piangendo...). E poi, è sempre bello spiegare un titolo affascinante come questo a chi ancora non lo conosce!

OK, non abbiamo vinto, però gliel'abbiamo fatta vedere agli Yankees!

Lo scenario giocato era quello della Battaglia di Belmont, Missouri (7 novembre 1861), uno dei primi fatti d'arme avvenuti sul fronte occidentale della guerra. Storicamente, le inesperte unità al comando del generale Grant riuscirono a travolgere la prima linea confederata, ma si attardarono a celebrare la loro vittoria; il successivo sopraggiungere di un contingente di rincalzo sul loro fianco destro li costrinse a sospendere l'attacco e  ripiegare sulle posizioni di partenza senza aver ottenuto una vittoria significativa. In altre parole, era stato solo un assaggio degli orrori che sarebbero seguiti di lì a quattro anni. 
Per quel che ci riguardava, lo scenario prevedeva una vittoria a cinque bandiere (la conquista delle trincee sudiste che dava bandiere aggiuntive ai Nordisti), con cinque carte comando per l'Unione e tre per la Confederazione. Come comandanti del Sud il nostro compito era organizzare un ripiegamento controllato di fronte al nemico senza subire perdite eccessive, riattestarci sulla seconda linea di trincee e colpire i Nordisti con i rinforzi che stavano attraversando le foreste. Il problema con questo tipo di scenari volontariamente sbilanciati per ricreare la realtà storica, però, è che l'influenza delle carte si può davvero far sentire, e non a caso vige la raccomandazione di giocare gli scenari a parti invertite per poi calcolare i punteggi complessivi.
Purtroppo non avevamo abbastanza tempo a disposizione (dovevo fare la partita a Battleship Galaxies) e, ovviamente, le carte non ci hanno aiutato. Attribuire la vittoria schiacciante riportata alla fine dall'Unione (cinque a due) unicamente alla fortuna sarebbe però un'ingiustizia nei confronti dei nostri avversari: le manovre della cavalleria nordista e gli attacchi sferrati contro le nostre unità di prima linea sono stati da manuale. Se anche le carte ci avessero permesso di muovere i rinforzi in maniera adeguata - senza cioè dover fare i salti mortali con combinazioni assurde per farli avanzare di qualche metro! - l'esito sarebbe stato forse diverso, ma comunque con un divario molto ristretto. A noi, da bravi comandanti delle valorose truppe di Dixie, rimane la soddisfazione per un reggimento di fanteria nordista eliminato durante la sua avanzata dagli ultimissimi superstiti della prima linea e per la distruzione di una batteria nemica dopo una folle ma gloriosa carica alla baionetta contro i cannoni schierati in posizione! I nostri rebel yells si sono sentiti per tutta la sala!

Metti una sera come tante altre, dalle parti di Saturno...

Zoom in avanti di qualche secolo, sostituiamo le foreste del Missouri con gli anelli di Saturno ed eccoci al comando delle flotte di Battleship Galaxies
Come dicevo, le opinioni che mi ero fatto durante la prima partita le sottoscrivo nuovamente in pieno. BG è un gioco leggero ma per nulla superficiale, prova ne è il fatto che - armato dell'esperienza della prima partita - ho avuto modo di apprezzare la differenza quando ho atteso un paio di turni per montare i dispositivi giusti sulle mie navi prima di lanciarmi all'attacco. E tuttavia ho atteso un turno di troppo, perché Yrkoon ha pensato bene di concentrare il fuoco sull'incrociatore dove avevo imbarcato i miei caccia. Risultato? BOOM. Fine dell'incrociatore e fine dei miei amati caccia che si azzeccano attorno allo scafo della nave avversaria e la fanno a pezzi un colpettino di laser alla volta.
Niente panico. No, ok, panico, perché la supercorazzata terrestre lancia testate atomiche come se fossero coriandoli e prende di mira la mia Vapor's Fate (nota per gli autori del gioco: che vi ha detto il cervello di chiamare la nave madre dei supercattivi Vapor's Fate? Il Destino del Vapore!?!? Sembra il nome di una pentola a pressione...). Fortunatamente gli scudi hanno (più o meno...) tenuto, il supporto del mio secondo incrociatore che spruzzava plasma energetico su qualsiasi cosa si muovesse si è fatto sentire e a un certo punto quella dannata ISN Torrent terrestre l'ha piantata di salvare la sua corazzata segnalando i tracciati dei colpi in arrivo!
Ed ecco che si è fatto vedere quello che è l'unico, vero problema di questo gioco. A metà partita abbiamo smesso di manovrare, e non perché non ci andasse di spostare le nostre navine di plastica sulla mappa ma perché - banalmente - non era più necessario. Considerata la mancanza di caratteristiche come gli archi di tiro o la direzionalità dei colpi, BG evita che gli scontri degenerino in semplici tiri di dadi contrapposti dando ai giocatori la variabile delle carte speciali. Ma quando le carte utili finiscono... beh, gli scontri degenerano in semplici tiri di dadi contrapposti!
Una prova successiva fatta questo finesettimana con uno scenario diverso dal semplice "spara tu che sparo anch'io", con tanto di asteroidi e condizioni di vittoria ha movimentato un po' la situazione, ma francamente non di tantissimo.
Ad ogni modo, due buone conferme per la mia collezione!

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