Il gioco crea una realtà "parallela", la quale a sua volta determina in noi delle sensazioni. Le sensazioni si fissano nel tempo, diventando ricordi. I ricordi suscitano emozioni, catalizzate sugli oggetti che le hanno primariamente determinate, ossia i giochi stessi.
Così, può capitare che "ripescare" o anche solo sentir parlare di un gioco che è stato per diverso tempo al centro delle nostre serate scateni in noi una vera cascata di ricordi. Sono un po' come le madeleines proustiane, solo che qui invece che di dolcetti parliamo di dadi e di carte. E - con tutto il rispetto per il grande romanziere - parliamo anche di cose un po' più divertenti.
Mi è capitato alcuni giorni fa con due grandi titoli: Bang! e Battletech. In entrambi i casi, il fattore scatenante è stato lo stesso (mannaggia a te, Yrkoon! ^__-), anche se in un caso tramite un post del suo interessantissimo blog e nell'altro mediante un vago accenno durante una conversazione pre-gioco. Ma tant'è, alle volte basta il proverbiale sassolino per far cadere una valanga...
Cominciamo da Bang!, gioco di carte davvero molto divertente che qualche anno fa occupava da solo almeno la metà del tempo che dedicavo al gioco. In pratica, non passava serata in cui non si faceva almeno un giro a sparacchiarsi l'un l'altro in questa simpatica trasposizione dei frenetici scontri a fuoco del Vecchio West.
All'inizio del gioco i partecipanti ricevono una carta personaggio che determinerà i punti vita a loro disposizione e la loro abilità speciale. Cosa più importante, ricevono anche una carta ruolo, che invece deciderà quale sarà il loro obiettivo: lo sceriffo dovrà essenzialmente sopravvivere, i fuorilegge dovranno eliminarlo, il vice dovrà aiutarlo e il rinnegato... beh, avrà il compito più difficile (e sfizioso) di tutti, ossia rimanere l'ultimo superstite della sparatoria assieme allo sceriffo e poi eliminarlo per prenderne il posto. Un'applicazione un po' fantasiosa ma molto efficace del concetto di mobilità lavorativa.
Come l'elmetto chiodato di qualche post fa, anche usare una Colt Peacemaker non è necessario per giocare a Bang!... però aiuta... |
Tuttavia, e qui sta il vero perno del gioco, solo lo sceriffo dovrà mostrare la sua carta ruolo all'inizio, mentre gli altri le terranno coperte. Dovremo quindi fare bene attenzione a "leggere" il comportamento di tutti fin dai primi scambi perché se elimineremo i fuorilegge riscuoteremo una bella taglia sotto forma di carte aggiuntive, ma guai a quello sceriffo che per errore accoppi il suo vice!
Da qui, via a spararsi a vicenda, in una girandola di armi speciali, barili dietro cui nascondersi, indiani che compaiono all'improvviso, notti passate in gattabuia, bicchieri di birra scolati per riprendere punti salute e perfino la temibile carta dinamite che passerà di mano in mano e potrà scoppiare all'improvviso!
Un gioco molto divertente, dunque. La copia che usavamo non era la mia, quindi ad un Lucca Comics and Games di parecchi anni fa decisi di acquistare l'edizione di lusso, contenuta in una bellissima pallottolona che dà sfoggio di sé nel nostro salotto. Peccato, però, che per vari motivi da allora io non sia mai più riuscito a farci una partita, se si fa eccezione per la divertente applicazione per iPhone che ho scaricato proprio partendo dalla segnalazione di Yrkoon.
Lasciandoci alle spalle il polveroso Far West, ci incamminiamo in un piccolo viaggio a ritroso nel tempo.
Era la metà degli anni Novanta. Un ragazzino sui 17-18 anni si aggirava in quel di Gradara, alla Festa del Gioco, una delle primissime convention ludiche organizzate sul territorio nazionale. In uno stand, situato alla fine di una discesa, la sua attenzione cadeva su di una grande scatola nera piena di modellini di robottoni e con uno dei suddetti robottoni bello stampato sul coperchio. Rimase senza fiato e la acquistò immediatamente. Era nato un amore e quell'amore si chiamava Battletech.
Battletech è da molti considerato il wargame fantascientifico per eccellenza. Esagonato, complesso, dannatamente tattico. Ne parleremo in futuro, sia delle regole che della stupenda ambientazione, probabilmente una delle più ricche mai create per un gioco e di sicuro molto al di sopra delle ultime produzioni fantascientifiche (no, qui non ci sono popolazioni indigene dalla pelle blu e dall'indole buonista, e i robot da combattimento sono decisamente qualcosa in più di una scatoletta con due mitragliatrici attaccate e senza protezione anteriore per il pilota).
Aspettativa di vita di un 'Mech AMP nel film Avatar: venti, noiosissimi minuti. Aspettativa di vita di un 'Mech AMP in un qualsiasi campo di battaglia nella Sfera Interna di Battletech: dieci secondi. Il tempo di abbatterlo con lo sputazzo di un Mad Cat o di un Panther. |
Flash di quindici anni in avanti. Quel ragazzino ero io, ovviamente, affascinato dall'idea di pilotare dei modelli che sembravano identici a quelli della mitica serie animata Robotech/Macross (e ci credo, perché identici quei modelli lo erano davvero, visto che i produttori della serie fecero anche causa agli autori di Battletech! Una controversia legale che fa sentire i suoi effetti ancora oggi...).
L'idea di Battletech è semplice: mettervi ai comandi di tre o quattro di questi bestioni detti BattleMech (una "lancia") che spareranno con tutto quello che hanno contro altrettanti bestioni. La curva di apprendimento per farlo, però, è terrificante.
Gli attuali produttori del gioco, creato dalla mitica FASA e oggi gestito da Catalyst Labs, hanno fatto del loro meglio per risistemare non solo le regole, ma anche le centinaia (forse migliaia!) di modelli di 'Mech, veicoli, armature potenziate per la fanteria, astrocaccia e astronavi pubblicati nel corso dei 25 anni di esistenza del gioco. Hanno fatto del loro meglio, appunto, ma avvicinarsi a questo sistema leggendo le 400 pagine del regolamento completo, magari supportato dalle 700 e passa pagine complessive dei due "supplementi", è la maniera migliore per finire al manicomio.
Per fortuna, tutto il regolamento è perfettamente "scalabile". La suddivisione tra regole introduttive, regole complete e regole avanzate è ben delineata e funzionale; in aggiunta, anche nell'ambito delle regole complete non è necessario usare tutto e subito, potendosi limitare al semplice scontro tra 'Mech per le prime partite.
Per quel che riguarda il gioco, tutto ruota intorno a un concetto molto semplice. Potete usare anche tutte le armi di bordo in un unico assalto, ma quelle armi genereranno calore. E il calore è il vostro peggior nemico, perché se non riuscite a dissiparlo tutto alla fine del turno inizierà a rallentare i movimenti del motore, a interferire con i sistemi di puntamento, a far esplodere le munizioni a bordo e infine rischierà di spegnere di colpo il simpatico reattore a fusione nucleare che avete sotto il sedere. Ecco perché il classico errore da novellino è correre contro il nemico sparando all'impazzata senza colpire nulla, solo per poi vedersi spegnere il proprio 'Mech di fronte alle unità nemiche, accuratamente appostate e pronte a farvi a pezzettini. BUM! Grazie per aver giocato con noi...
Battletech è dunque un universo, composto da più giochi (tra i quali il fantastico strategico Succession Wars) e oggetto di quasi un centinaio di romanzi di fantascienza. Ha una storia complessa, suddivisa in "epoche" tra le quali si può scegliere il periodo storico nel quale ambientare i propri scontri (influendo così sui modelli di 'Mech disponibili, sugli armamenti, sulle tattiche di combattimento...). E' un gioco forse non rapidissimo, ma incredibilmente divertente anche per chi - come quel diciottenne di cui sopra - si limitava a farci delle lunghe partite in solitario nel salotto di casa.
Battletech è dunque un universo, composto da più giochi (tra i quali il fantastico strategico Succession Wars) e oggetto di quasi un centinaio di romanzi di fantascienza. Ha una storia complessa, suddivisa in "epoche" tra le quali si può scegliere il periodo storico nel quale ambientare i propri scontri (influendo così sui modelli di 'Mech disponibili, sugli armamenti, sulle tattiche di combattimento...). E' un gioco forse non rapidissimo, ma incredibilmente divertente anche per chi - come quel diciottenne di cui sopra - si limitava a farci delle lunghe partite in solitario nel salotto di casa.
E' anche, per me, un amico ritrovato dopo tanti anni. Un amico al quale voglio tornare a fare visita.
Cavolo, non sapevo della causa tra Macross/Robotech e Battletech! Anche se è evidente da dove viene l'ispirazione per certi modelli (tipo Wasp) che tra l'altro nell'Aerotech possono anche convertirsi in Guardiano o Caccia...
RispondiEliminaComunque bel post e grandiosa la citazione proustiana.
Non vedo l'ora di rigiocare a Battletech!
Yrkoon
Sì, la causa FASA/Harmony Gold ha creato danni incredibili. In effetti, se all'inizio (parliamo della seconda edizione) la HG aveva tutte le ragioni perché praticamente ogni singolo 'Mech di quella scatola era preso da Robotech o da altri anime, poi ci hanno marciato non poco.
RispondiEliminaTieni conto che HG ci sta facendo poco o nulla con Robotech (la solita news di un possibile film dal vivo non ha avuto alcun seguito) e siamo al punto che basta solo un accenno alle vecchie immagini per farli scattare come iene. E' il motivo per cui non abbiamo avuto un MechWarrior 5 su PC o XBox: il gioco è pronto (se cerchi su YouTube trovi il trailer) ma non può partire perché proprio nei trailer si vede un Warhammer (uno dei modelli "incriminati").
Per la partita a BT, venerdì non ce la leva nessuno!