Ci sono giochi in cui dovete gestire una mano di carte. In cui dovete gestire le risorse economiche del vostro Paese. In cui dovete gestire gli spostamenti delle vostre truppe. In cui dovete gestire le capacità e le problematiche del vostro personaggio. In cui dovete gestire la produzione del vostro campo coltivato.
E poi ci sono giochi in cui dovete gestire gli altri giocatori.
Questi giochi vanno sotto il nome di giochi diplomatici o, più genericamente, "giochi di trattativa".
Facciamo un esempio. Europa, 1914. Noi siamo il Kaiser tedesco.
Wargame classico: La guerra è già scoppiata. Provo a sfondare subito sul fronte occidentale inviando lì il grosso delle mie forze? Oppure approfitto della debolezza del gigante russo e sposto ad est la mia attenzione? E reggeranno le forze del mio debole alleato austriaco? Meglio tenere da parte un paio di divisioni per affrontare una possibile crisi sul fronte italiano.
Gioco di trattativa: Chi ha mai detto che la guerra - sempre che scoppi - debba coinvolgere tutta l'Europa? Io voglio assicurare una presenza tedesca nei Balcani. Benone. Teniamoci buoni i francesi e trattiamo con i russi, garantendogli il via libera per un loro attacco in Turchia e magari spingendo gli austriaci ad espandersi ai danni degli italiani. Se sono bravo entro un paio di turni avrò una bella alleanza russo-tedesca e una benevola neutralità con Francia e Austria... e così potrò fare i conti con i miei veri nemici, quei maledetti inglesi!
Quello che vi ho appena descritto è un tipico ragionamento da giocatore di Diplomacy, il meraviglioso titolo della Avalon Hill, sulla breccia dal 1959 e insuperabile nel suo genere. Un genere in cui nessuno può vincere da solo e in cui tutti per raggiungere i loro obiettivi sono costretti a trattare con gli altri. A trattare o a tradire...
Il nucleo del gioco di trattativa è dunque questo: parlare con gli altri giocatori, convincerli, escogitare strategie perverse e machiavelli di indescrivibile complessità, concedere ciò che ancora non si ha (e magari non si avrà mai...) per ottenere subito ciò che si vuole... Niente o quasi confronti diretti: tutto si basa sugli accordi tra i giocatori e sulle reciproche capacità di persuasione.
Naturalmente le ambientazioni possibili sono le più svariate e di scelte in questo genere ne esistono moltissime (dalle innumerevoli varianti del Diplomacy, al fantascientifico Dune o ancora al fantasy Il Trono di Spade). Caratteristiche comuni sono il ridotto influsso dell'elemento fortuna anche per la risoluzione delle inevitabili battaglie (se ho passato un'ora a costruire una certa manovra di sicuro non vorrò che essa venga vanificata da un tiro di dado sfortunato!), la presenza all'inizio di ogni turno di una fase dedicata alle conversazioni tra i giocatori, la pianificazione simultanea e segreta delle mosse (fondamentale per la riuscita di un tradimento come si deve!) e l'impiego di un certo numero di meccanismi correttivi della trattativa pura (in questo Diplomacy risulta il più meccanico con le battaglie che vengono risolte unicamente in base al numero di unità coinvolte, mentre altri titoli permettono ai giocatori di fornire qualche vantaggio specifico alle proprie truppe che vada al di là delle forze direttamente presenti in campo o anche dei più elaborati elementi gestionali delle proprie risorse).
Di svantaggi, ovviamente, ce ne sono. Prima di tutto la durata, perchè se come da convenzione si concede un quarto d'ora a turno per le trattative è facile comprendere come una partita si trasformi spesso in una sorta di evento che può durare anche una giornata intera. In secondo luogo il mal di testa che a metà della partita colpisce i giocatori, quando si deve tenere conto della miriade di intrecci e di ragnatele che noi stessi abbiamo creato e che dobbiamo rispettare, se non vogliamo mandare all'aria il nostro bel castello diplomatico.
Il gioco di trattativa, dunque, è una strana bestia: può non piacervi per nulla (conosco persone che dopo una sola partita a Diplomacy hanno giurato che mai più ci si avvicineranno e che hanno mantenuto la loro promessa) oppure diventare un'esperienza incredibilmente appagante (soprattutto se, come me, avete la passione per gli intrighi e le sottigliezze della politica).
Un'esperienza che però consiglio ad ogni giocatore, un mondo a cui avvicinarsi magari accompagnato da qualcuno di più esperto e soprattutto senza prendersela se si viene traditi dal proprio migliore amico.
Perchè in questo genere di giochi siamo tutti bravi e onesti... finchè ci conviene.